Vai al contenuto

Trekking sull’Adam’s Peak: quando, come, perché

trekking in adam's peak

Il trekking sull’Adam’s Peak, (anche conosciuto come Sri Pada o Picco di Adamo) è una delle esperienze più emozionanti (e faticose) che si possa fare in Sri Lanka. A renderlo famoso la sua sacralità e il panorama che si può godere dai suoi 2243 metri d’altezza.

Trekking sull'Adam's Peak: quando, come, perché
Vista dalla cima

In vetta si trova un tempio che ospita quella che sembra una grande impronta di un piede: è quest’ultima che la rende sacra tra buddhisti, induisti, musulmani e cristiani. Rispettivamente, si crede che sia quella del piede di Buddha, del dio Shiva, di Adamo e di San Tommaso. Proprio questa sacralità fa si che nei mesi migliori (dicembre – maggio), ci sia un gran numero di pellegrini che letteralmente “intasa” il sentiero che porta alla vetta, complici anche il loro equipaggiamento non proprio consono, la loro proverbiale “calma” nel fare le cose, e i vari rituali che il pellegrinaggio comporta durante la camminata.

Quelle che troverete scritte di seguito sono sensazioni, impressioni e consigli di una persona completamente FUORI ESERCIZIO FISICO (a meno che non si voglia considerare il fare le scale di casa almeno 6 volte al giorno sport), che ODIA far fatica e ancor di più odia camminare in montagna (ergo, aborro le salite con tutte, TUTTE le mie forze.)

Chi me l’ha fatto fare allora? Le mie sportivissime e attivissime compagne di viaggio, in primis. E il fatto che era stato comunque un mio pallino dalla prima volta che ho messo piede in Sri Lanka nel 2010. Ravi ha sempre cercato in tutti i modi di dissuadermi per anni (riuscendoci). Ed ora capisco il perché. Vi consiglio quindi di farlo? ASSOLUTAMENTE SI. E se ce l’ho fatta io, con un po’ di pazienza può farlo chiunque.

Quando fare il trekking sull’Adam’s Peak

In che periodo dell’anno andare

Il sentiero è aperto tutto l’anno, ma ci sono differenze sostanziali che rendono l’esperienza completamente diversa: nei mesi che vanno da dicembre a maggio i pellegrini delle varie religioni si riversano sul sentiero illuminato e cosparso di bar e punti ristoro dove potersi fermare. Inoltre, il meteo è più clemente e avrete più probabilità di vedere un’alba senza nuvole e di camminare senza essere attaccati dalle sanguisughe che compaiono solitamente dopo la pioggia.

Negli altri mesi è sicuramente un’esperienza più intima e una sfida con voi stessi: un piede allenato può salire senza troppi rallentamenti, ma scordatevi le lucine che illuminano il sentiero e il rifocillarvi di tanto in tanto. Inoltre, l’essere schiacciati dai pellegrini fa parte dell’esperienza.

Orari di partenza e tempistiche

Anche l’orario in cui camminare è a vostra discrezione: una cosa saggia potrebbe essere di arrivare a Nallathanniya (partenza del cammino) il pomeriggio, riposare un po’ la sera e poi partire. Noi abbiamo deciso di iniziare all’una di notte per poter fare la salita senza morire di caldo (scordatevi le zone d’ombra) e per goderci l’alba una volta raggiunta la cima. Solitamente si sta in quota per godere anche delle prime cerimonie e poi si comincia la discesa.

Se come me siete assolutamente fuori forma fisica considerate 4h e mezza di camminata. Ma decisamente il tempo aumenta se andate durante i week end o durante i periodi di maggior affluenza dei pellegrini. Noi siamo partite all’una di notte e siamo arrivate in cima alle 6 solo ed esclusivamente perché abbiamo iniziato a superare tutti tagliando fuori dalla scalinata e trovando un sentiero secondario. Odioso, ma necessario. Considerate che quando abbiamo iniziato la discesa abbiamo incrociato, ancora in fila per la vetta, gente che era davanti a noi all’andata.

Il sentiero

Trekking sull'Adam's Peak: quando, come, perché

Per salire ci sono 6 sentieri di diversa lunghezza e dislivello, ma noi siamo partiti da quello di Nallathanniya, uno dei più famosi. Per arrivare in zona, se non avete il driver privato, potete arrivare in treno ad Hatton e poi cercare qualche passaggio fino al paese di Nallathanniya, magari con Pick Me, l’app di cui vi parlo qui. Può essere una buona e comoda idea trovare un alloggio in zona che vi permetta di raggiungere la partenza senza fare troppa fatica (che per quella c’è tempo).

Personalmente ci siamo trovate molto bene al Subash Hotel, a 3 km dal sentiero. Il prezzo è super onesto, la cucina ottima, e offre (a pagamento) il servizio tuktuk per portarvi alla punto di partenza, a qualsiasi ora vogliate. Inoltre vi permetterà di farvi una bella doccia al vostro ritorno prima del check out.

Una volta arrivati alla partenza passerete sotto un grande arco e da qui inizia l’avventura: bancarelle colorate, gente che prega e canta, che chiacchiera. Il bello del fare questo percorso insieme ai locals è sicuramente vedere come vivono questo pellegrinaggio. Il sentiero da qui è uno solo e diviso in 3 parti:

La prima parte di sentiero è super fattibile e vi darà una finta sensazione di tranquillità: semi pianeggiante, con scalini quasi inesistenti e punti sosta super frequenti. Percorribile anche chiacchierando allegramente con i vostri compagni di viaggio. Dalla Pagoda della pace le cose iniziano a cambiare: gli scalini sono un po’ più altini, ma tutto sommato ancora qualche parola la si può fare senza restare senza fiato. La terza parte vi farà pentire di avere avuto un’idea così di merda, odierete tutti, specie quegli str***i che han fatto sti 5000 e passa scalini di altezze improponibili e non fatemi parlare di tutti quelli che vi circondano. Come se non bastasse, i punti ristoro son sempre meno mentre il freddo inizia a farsi sentire.

In alcuni punti ci possono essere dei veri e propri ingorghi e vi sembrerà di non muovervi di un centimetro. Spoiler: è così. Da quello che abbiamo potuto capire, durante i continui momenti di preghiera che si tengono nel tempio la folla si ferma e poi inizia a scendere fino alla cerimonia seguente lasciando lo spazio a chi sta salendo. La proporzione però è davvero squilibrata perciò sappiate che ad un certo punto dovrete scegliere se aspettare diligentemente o uscire dalla scalinata e “tagliare” passando davanti a tutti. In realtà a convincerci è stato il vedere tutta la gente abbastanza tranquilla: loro lo fanno per motivi religiosi e si prendono tutto il tempo che serve, di quello che fai tu gliene frega gran poco.

PS: Se decidete di salire da Nallathanniya, ad un certo punto troverete un altr sentiero non illuminato che esce dal tragitto della scalinata e, in poche parole, vi farà raggiungere il tempio “da dietro”, guadagnando un sacco di tempo. Tenete pronta la torcia!

Arrivati in cima cercate un punto dove vedere l’alba in santa pace e mettetevela via: il tempio con l’impronta sarà preso d’assalto, vedete voi se volete avventurarvi al suo interno o se accontentarvi dell’esperienza dell’alba e dell’ombra perfettamente triangolare che si staglia di fronte a voi.

La cerimonia dell’alba vale sicuramente di essere vissuta, sia per completare l’esperienza, sia per riposare un poco prima di iniziare la discesa che è chiaramente più breve, ma spacca le gambe in ugual misura. Anche qui la folla potrebbe rallentarvi: noi abbiamo iniziato la discesa verso le 7 e siamo arrivati alle 10.30.

Trekking sull'Adam's Peak: quando, come, perché
Folla in salita mentre noi affrontiamo la discesa

Come equipaggiarsi per il trekking

Come tutte le escursioni, la differenza la fa l’equipaggiamento. Ecco cosa è consigliabile portare con sé per l’hiking sul Picco di Adamo:

  • Zaino: deve essere capiente ma leggero, meglio ancora se vi fa traspirare la schiena.
  • Scarpe da trekking: le scarpe devono essere comode e adatte per camminare su terreni accidentati e scivolosi. Se la salita può essere fatta tranquillamente, a mettere a dura prova piedi e ginocchia è sicuramente la discesa. Vedrete locals farla in infradito e con bambini sulle spalle. Loro hanno superpoteri a noi sconosciuti. Non imitateli.
  • Abbigliamento: evviva la tecnica a cipolla e gli abiti leggeri e tecnici, che facciano asciugare in fretta il sudore. È importante portare anche un giubbotto antivento e una felpa, perché la temperatura può scendere rapidamente quando si sale in quota, specialmente se vi fermate per attendere l’alba. Un K-way di quelli super richiudibili potrebbe essere una buona mossa in caso di acquazzoni improvvisi.
  • Cibo e acqua: I baracchini che potrete trovare lungo la via potrebbero avere dei prezzi leggermente più alti rispetto alla media. Se non volete rischiare, assicuratevi di portare sufficiente acqua e qualcosa da sgranocchiare durante la salita.
  • Luce frontale: sebbene il percorso sia per la maggior parte illuminato, potrebbe essere una buona idea portare una fonte di luce che vi permetta di proseguire a mani libere, specialmente se come me vi aggrappate ai corrimano come se fossero l’unica vostra salvezza.

Perchè fare il trekking

Quindi ricapitoliamo: fatica, ingorghi di gente, rischio di arrivare tardi sulla cima, freddo in vetta e caldo boia al ritorno..vale la pena fare sto benedetto trekking sull’Adam’s Peak?

SI.

Si perchè essere trasportati da una fiumana di fedeli è davvero un’immersione nella loro incrollabile fede. Ho visto gente addormentarsi in piedi, crollare di sonno l’uno sull’altro, affrontare la scalata vestita con sari e infradito, ho visto genitori portare in braccio bambini minuscoli e nonnine essere più in gamba di me. Eppure una cosa che avevano in comune erano il sorriso e la calma, la consapevolezza che quello che stavano facendo era qualcosa di importante, che non importava quanto tempo e quanta fatica sarebbe costato, l’importante era arrivare alla vetta e ricevere la benedizione.

Perciò si. Bestemmiate mentalmente ad ogni scalino se dovete, ma mettete quest’esperienza in lista.

Se avete qualsiasi altra domanda non fatevi problemi e scrivetemi pure in DM su Instagram o nei commenti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *